La settimana della Santa Pasqua ad Avola – dalla “Domenica delle Palme” alla festa della domenica di Pasqua con “A Paci”

Tratto dal libro “Avola Festaiola” di Gaetano Gubernale – a cura di Sebastiano Burgaretta

La Domenica delle Palme – ‘A ‘ruminica re Parmi

Sin dalle prime ore del mattino, con un suono speciale, le campane della Chiesa Madre annunziano che s’è di già nella Settimana Santa. I Ragazzi con le loro palme ornate di cruci semplici e cruci ri Marta (composte dalle stesse foglie di palma) si recano alla Matrice per farsele benedire. La palma benedetta viene conservata a casa dal padre o la madre per metterla poi in qualche albero della loro campagna, onde preservare questa, così, dalla mal’annata.

I Sepolcri – I Sepurcri (giovedì)

Il Giovedì di mattina si sconzanu l’artari, cioè si mettono a soqquadro mentre si conzanu i sepurcri in quasi tutte le chiese e si attaccanu i campani (cioè non si suonano fino a sabato a mezogiorno). In una cappella si conza ‘u sepurcru, con ceri accesi, fiori, erba bianca di frumento (si prepara versando in un piattello del frumento con acqua e del cotone non filato, poi si rimchude in una cassa o armadio. Il grano vegeta, ma privo di luce non ha il colore verde usuale ma bianco. Nelle ore pomeridiane, fino a sera inoltrata, tutto il popolo si fa un dovere – o per fede o per curiosità – di visitare tutti i sepolcri, ove deve scendere il corpo dell’Uomo di Dio.

La Spina Santa – ‘A Spina Santa (venerdì)

Il Venerdì è il giorno del digiuno e del trapasso (chi digiuna non mangia la mattina ma al mezzogiorno e all’Avemaria precisa. Chi trapassa non mangia che la sera). Parte delle donne che trapassano, sin dalla mattina se ne vanno nella Madre chiesa, per godersi la predica re setti paroli, a calata ra testa e la scinnuta ra cruci. Poco dopo la fine della predica, lo sparo d’un mianu dà il segnale che deve uscire la Spina Santa e il popolo va ad affollare la piazza di S.Antonio. Finalmente comincia la sfilata della processione e dei ‘mmisteri nel seguente ordine: Va innanzi la bandiera nera, seguita da una doppia fila di ragazzi con lanterne bianche, a colori e, spesso figurate. Segue quindi il primo ‘mmisteri, che è una statua rappresentante il Cristo orante nell’orto di Getsemani ai piedi di un ulivo; questa statua è portata dai massari. Dopo un’altra doppia fila di ragazzi con lanterne viene il secondo ‘mmisteri , cioè il Cristo legato alla colonna, il quale è portato dagli operai dell’Annunziata. Segue ancora un’altra doppia fila di lanterne e quindi il terzo ‘mmisteri, cioè il Cristo con la canna in mano e la mantellina rossa sulle spalle, il quale è portato dagli studenti. Un altro duplice codazzo di lanterne segue detto simulacro e quindi il quarto ‘mmisteri, raffigurante Gesù che si avvia verso il Golgota con la pesante croce sulle spalle; portato dai fabbri-ferrai. Vien dopo il quinto ‘mmisteri, con relative due fila di lanterne, che rappresenta il Cristo messo in croce; portato dai soci della confraternita dello Spirito Santo. Segue quindi un codazzo di fanciulli e fanciulle vestiti da angeli e da veroniche e poscia viene il bellissimo monumento o barca con il Cristo morto adagiato in mezzo ai fiori e circondato di luce. Il monumento è portato dai muratori. Segue l’Addolorata, piangente, portata dalla congragazione di S.Maria di Gesù. Chiude la processione la banda musicale e un codazzo di popolo. Così formata la processione della Spina Santa gira alcune principali vie della città, tutte illuminate, poi va a ritrarsi nella medesima chiesa d’onde s’è mossa.

La Resurrezione – ‘A Risuscita (sabato)

Il sabato santo è quello dedicato dal nostro popolo alla Resurrezione di Cristo. Sin dal mattino la chiesa madre è affollata e verso le 12 dopo la lunga funzione della benedizione del fuoco, del cero e del fonte battesimale, il portone maggiore si spalanca, un fascio di luce si rovescia sul tempio, le campane suonano a stormo, la banda intona l’inno reale; sull’altare maggiore appare la figura del Cristo risorto, portante nelle mani la palma del martirio e del trionfo e la bandiera bianca della pace e della fratellanza. La sera la Madonna della Pace viene accompagnata alla chiesa di S.Antonino di Padova.

La domenica di Pasqua e “La Pace” – ‘A Paci

La domenica è ritenuta la più bella giornata di Pasqua. Le vie sono insolitamente animate da uomini e donne vestiti a nuovo. Verso le 10 la piazza maggiore è piena zeppa di gente. Le campane delle chiese si S.Pietro e di S.Antonino suonano i moti e finalmente da quest’ultima esce la Madonna avvolta in un ampio manto nero. I sacerdoti e la banda vanno a prendere il Signore risorto, che si trova nella chiesa di S.Pietro e che da là esce per apparire nel corso Vittorio Emanuele. E si avanzano entrambi lentamente, arrivano nella piazza Maggiore. Allora la banda cessa, tutti gli occhi sono rivolti alla Madonna velata; si avanza il primo stendardo rosso che si inchina tre volte ai piedi della Madonna; quindi l’altro stendardo verde; poi si sente lo squillo della campanella e… la Madonna affaccia il viso, scorge il figlio risorto, butta il manto (da sotto il quale scappano qua e là quaglie, uccelli, colombe e ritagli colorati di carta) allarga le braccia e corre a stringere in un affettuoso amplesso il proprio figlio, che anche lui si avanza, mentre suonano la musica e le campane in segno di allegria. Quindi la Madonna indietreggia per una prima e una seconda volta, per mezzo di un congegno fa i rispettivi segni di benedizione e ritorna a baciare la ferita del costato del Cristo. Spettacolo della benedizione e del triplice abbraccio che si ripete altre sei volte in altrettante piazze e piazzette.

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